Sofia Goggia è a Parigi, ospite a Casa Italia come tante stelle azzurre dello sport. La fuoriclasse bergamasca si è immersa nella magica atmosfera olimpica e, tra i vari eventi, ha assistito alla semifinale dell’ItalDonne di Julio Velasco (che domani si giocherà la medaglia d’oro contro gli Stati Uniti) vinta 3-0 sulla Turchia. In attesa della gara di salto in alto in cui le luci della ribalta saranno puntate sul portabandiera e campione in carica Gianmarco Tamberi, Sofia è intervenuta a Raisport.
Da Parigi a Milano-Cortina il passo è più breve di quanto si possa pensare: “Un anno e mezzo ci sembra lungo, ma è giusto dietro l’angolo. Ho partecipato a due edizioni sempre nel continente asiatico, quindi tornare in Europa e poterle fare addirittura sulle nostre montagne, un atleta della nazione ospitante non può che essere carico a mille. Come l’Olimpiade non c’è nulla”. Lo stato dell’arte dopo l’infortunio del 5 febbraio scorso, dopo i blocchi a secco e in ghiacciaio allo Stelvio è il seguente: “Se la situazione fisica, considerato che atleticamente posso fare tutto, a 6 mesi dall’intervento è ottima – continua – stiamo ancora cercando la soluzione con lo scarpone, perchè la piastra nella gamba mi causa ancora varie compressioni. Ho leggermente posticipato la partenza per l’Argentina, visto che voglio andare a Ushuaia con il set-up definitivo”. Rispetto al recente passato, specie alla luce della situazione, SuperSofi – come si poteva ampiamente immaginare – ha confermato che non sarà al cancelletto del gigante di Soelden (Austria), primo appuntamento per la Coppa del Mondo 2024/2025 dove invece ci sarà l’altra orobica Ilaria Ghisalberti: “Penso proprio che inizierò più tardi – conclude- direttamente dalle gare di velocità”. Il mirino dunque è già su Beaver Creek, negli Stati Uniti, il 14-15 dicembre. Salvo cambi di planning dunque disco rosso per lei per altri tre giganti: Killington il 30 novembre e Mont Tremblant 7-8 dicembre.
Una beneaugurante immagine d’archivio di Sofia Goggia (credits: Pentaphoto/FISI)