Un talento autentico ancora da esprimere compiutamente. Per Daniel Maldini, a un mese dai 24 anni, questo è l’anno boom, quello forse decisivo di una carriera al bivio, in quel passaggio da giovane di belle speranze a giocatore vero che entra nella fase matura della carriera. L’attaccante milanese classe 2001 in questa sua seconda stagione atalantina, la prima iniziata fin dal ritiro, è atteso da quel definitivo salto di qualità che non gli è riuscito nella scorsa stagione.
Un anno fa il figlio d’arte, dopo un grande girone di ritorno a Monza, era uno dei gioielli italiani più ambiti: gol di qualità, tiro da fuori non comune, duttilità. Era pronto anche per il debutto in azzurro poi avvenuto in autunno. Sembrava tutto apparecchiato per l’esplosione definitiva ma l’ex rossonero e’ stato frenato, prima dai problemi di un Monza in caduta libera, quindi da febbraio da un’Atalanta in calo, brutta copia di quella inarrestabile dei primi cinque mesi, fuori anticipatamente dalla Champions e dalla Coppa Italia contro Bruges e Bologna, riducendo così il numero di incontri e il turn over tra gli attaccanti.
Appena tre gol a Monza, poi altre tre gol a Bergamo, ma le cifre vanno interpretate: zero assoluto fino a metà maggio, poi tre gol nelle ultime due gare contro Genoa e Parma, peraltro tre gol bellissimi, quando però per l’Atalanta non contava più nulla, con il terzo posto già matematicamente acquisito. Anche in nazionale Maldini non ha mai impattato, nelle troppe uscite negative degli azzurri del ciclo Spalletti. Ora una nuova stagione, con Juric in nerazzurro e Gattuso in azzurro: solo giocando bene e tanto con la Dea il figlio d’arte potrà conquistarsi un posto per i prossimi Mondiali (ammesso poi che l’Italia si qualifichi…).
Per questo sarà una stagione decisiva per lui: a breve, forse già mercoledì a Parigi, l’esordio ‘vero’ in Champions, non da ragazzino aggregato ma da giocatore che deve fare il suo ad altissimo livello, e poi ovviamente il campionato. Con più concorrenza rispetto ad un anno, con un Sulemana in più a cercare minuti importanti in un reparto affollato. Dipenderà da Maldini, soprattutto da lui: il talento lo ha e ha già dimostrato di poter fare la differenza con il suo tiro da fuori. E adesso dopo cinque anni tra Milan, Spezia, Empoli, Monza e Atalanta, in contesti diversi, con allenatori e compagni diversi, Maldini ha dalla sua anche l’esperienza e la maturità: dovrà trovare strada facendo, partita in partita, quella continuità e quella cattiveria che finora gli sono mancati. Bergamo è una piazza dove i talenti esplodono e l’Atalanta gli concederà ancora fiducia e spazio, ma sta a lui accelerare, un po’ come un aereo sulla pista di Orio al Serio, in fase di decollo. Due anni fa il coetaneo De Ketelaere colse la sua opportunità e spiccò il volo, ora tocca a Maldini, in questa stagione di svolta.
Per Maldini tre gol con la maglia dell’Atalanta nelle ultime due gare dello scorso campionato (Ph: A. Mariani)