“Non ho tempo di emozionarmi, ho troppe responsabilità addosso. Emozioni le vivrò al momento dell’inno, con i genitori in tribuna e pensando a mia sorella. Sono soprattutto orgoglioso della fiducia ricevuta dalla federazione”. Esordisce così Rino Gattuso da ct nella prima conferenza stampa della vigilia di una partita con la Nazionale, quella con l’Estonia a Bergamo, con a fianco Nicolò Barella e seduti in prima fila il presidente Gabriele Gravina e il capo delegazione Gigi Buffon. A Bergamo lo attende uno stadio sold out e il calore di un pubblico come pochi. L’obiettivo è uno solo: vincere. Per iniziare al meglio il cammino sulla strada che porta al Mondiale 2026. “Una o due punte conta poco. Non è che ti voti all’offensiva e fai tanti gol, bisogna garantire equilibrio, dobbiamo tentare di giocare nella metà campo avversaria, non affidarci solo ai cross, considerato l’Estonia dietro adotta la linea a quattro che diventa a cinque”. Italia più umile o più arrogante? “Tutte e due le cose. Bisogna avere mentalità di gruppo ma anche avere voglia e coraggio di fare la giocata difficile. L’errore ci sta, ma la testa o in campo la devono mettere tutti”. Estonia squadra bene organizzata, che sa palleggiare, costruzione dal basso, anche con tanta qualiutà, portiere è un giocatore di movimento, gioca di rimessa, per cui va pressata. “Ho giocato 73 partite da calciatore con la Nazionale, affrontare le squadre cosiddette piccole non è stato mai facile. Quando si gioca con la maglia azzurra bisogna pensare a vincere. Anche non belli, ma sporchi. Bisogna stare in campo e aiutarsi. Nella Nazionale ha prevalso sempre l’aspetto caratteriale. Spero che i miei giocatori lo capiscano”.
Gattuso, che di dice grato per i messaggi ricevuti dagli ex ct Lippi e Spalletti, ribadisce il suo credo nella massima trasparenza. E quando gli chiedono della carenza di giovani talenti, esprime senza mezzi termini il suo pensiero: “oratori chiusi e ragazzini che non giocano più per strada, non ci sono strutture adeguate come in altri Paesi. Penso che si giochi poco. In altri sport la nostra gioventù si vede, ma i problemi più grandi sono nel calcio”.
Garantisce che Retegui (in ballottaggio con Kean nel probabile 4-2-3-1) sta bene, è molto carico e si è presentato in ottime condizioni. Di “Non ho tempo di emozionarmi, ho troppe responsabilità addosso. Emozioni le vivrò al momento dell’inno, con i genitori in tribuna e pensando a mia sorella. Sono soprattutto orgoglioso della fiducia ricevuta dalla federazione”. Esordisce così Rino Gattuso da ct nella prima conferenza stampa della vigilia di una partita con la Nazionale, quella con l’Estonia a Bergamo, con a fianco Nicolò Barella e seduti in prima fila il presidente Gabriele Gravina e il capo delegazione Gigi Buffon. A Bergamo lo attende uno stadio sold out e il calore di un pubblico come pochi. L’obiettivo è uno solo: vincere. Per iniziare al meglio il cammino sulla strada che porta al Mondiale 2026. “Una o due punte conta poco. Non è che ti voti all’offensiva e fai tanti gol, bisogna garantire equilibrio, dobbiamo tentare di giocare nella metà campo avversaria, non affidarci solo ai cross, considerato l’Estonia dietro adotta la linea a quattro che diventa a cinque”. Italia più umile o più arrogante? “Tutte e due le cose. Bisogna avere mentalità di gruppo ma anche avere voglia e coraggio di fare la giocata difficile. L’errore ci sta, ma la testa o in campo la devono mettere tutti”. Estonia squadra bene organizzata, che sa palleggiare, costruzione dal basso, anche con tanta qualiutà, portiere è un giocatore di movimento, gioca di rimessa, per cui va pressata. “Ho giocato 73 partite da calciatore con la Nazionale, affrontare le squadre cosiddette piccole non è stato mai facile. Quando si gioca con la maglia azzurra bisogna pensare a vincere. Anche non belli, ma sporchi. Bisogna stare in campo e aiutarsi. Nella Nazionale ha prevalso sempre l’aspetto caratteriale. Spero che i miei giocatori lo capiscano”.
Gattuso, che di dice grato per i messaggi ricevuti dagli ex ct Lippi e Spalletti, ribadisce il suo credo nella massima trasparenza. E quando gli chiedono della carenza di giovani talenti, esprime senza mezzi termini il suo pensiero: “oratori chiusi e ragazzini che non giocano più per strada, non ci sono strutture adeguate come in altri Paesi. Penso che si giochi poco. In altri sport la nostra gioventù si vede, ma i problemi più grandi sono nel calcio”.
Garantisce che Retegui (in ballottaggio con Kean nel probabile 4-2-3-1) sta bene, è molto carico e si è presentato in ottime condizioni. Di Chiesa (escluso dalla lista Champions dal Liverpool) dice che c’era volontà di convocarlo, ma ha fatto capire che non se la sentiva. “Il fatto che sia fuori dalla lista Champions non cambia nulla in chiave Nazionale”, aggiunge Gattuso. Che riserva una parentesi al cordoglio per la scomparsa di Giorgio Armani: “un grande uomo che amavo lo stile, la classe e ha dato lustro all’Italia in tutto il mondo. Amava lo sport, persona incredibile”.
Prima del ct la parola è stata lasciata a Nicolò Barella. Giocare senza pressioni? “Penso che la pressione sia normale in una partita. Quando si scende in campo con la maglia azzurra bisogna dimostrare di meritarla” – dice il centrocampista dell’Inter”. Cosa non ha funzionato con Spalletti? “L’ultima parte della gestione Mancini e quella di Spalletti sono state difficili, ma certamente qualcosa abbiamo sbagliato noi come giocatori. Ora con Gattuso viviamo nuovi stimoli e da lui ci faremo aiutare per dare il meglio. Ho immensa voglisa di disputare il Mondiale, l’obiettivo più grande è riportare l’Italia sul palcoscenico che merita. Il senso di appartenenza non deve mai mancare, perchè dobbiamo onorare chi ha fatto la storia con l’Italia”. Quali differenze con Gattuso? “Abbiamo lavorato tanto, cercato di ritrovarci e ricompattare il gruppo. Il ct propone un calcio verticale e cerchiamo di metterlo in pratica”.
Il ct Rino Gattuso con a fianco Nicolò Barella nella conferenza stampa della vigilia di Italia-Estonia allo stadio di Bergamo (credits: Pernice Editori)