Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta, e Ivan Juric, allenatore che con la Dea ha raggiunto il traguardo delle 250 panchine in serie A, sono divisi da un lustro. Entrambi nati il 25 agosto: del 1975 il tecnico, del 1980 il ceo. L’uno, più giovane, ha scelto l’altro, entrambi ispirati dalla filosofia dei valori e del lavoro. Le parole, quelle che bastano per dare senso alle cose. Privilegiando la concretezza e l’impegno a fare bene. Tanto per essere chiari, l’indomani mattina della prima di campionato, vale a dire al risveglio, la squadra ha lavorato a Zingonia: “allenamento completo per chi non ha giocato o giocato poco contro il Pisa, seduta di scarico per chi è stato impiegato con un buon minutaggio”. Niente sprechi, anche e soprattutto di tempo. La squadra, che non si è affatto ritrovata nella prima delle due frazioni di gioco della gara di esordio in campionato e davanti al proprio pubblico, ha saputo trasformarsi e tornare viva nella seconda. Non può sfuggire che il tutto sia avvenuto con gli stessi undici in campo fino a metà ripresa. Il che significa avere maturato, nell’intervallo, la consapevolezza di dovere cambiare registro e tornare a giocare da Atalanta. Juric in quanto riservato non lo ha detto, ma il suo verbo ha dettato certamente il da farsi e al rientro in campo la risposta è arrivata. Si trattava di spronare, riordinare l’assetto, ma anche inculcare fiducia. Una iniezione di morale che ha fatto ritrovare Gianluca Scamacca, come non lo si vedeva da quindici mesi. Alla prima da titolare in una partita ufficiale, dopo due gravi infortuni e un’annata amaramente in naftalina, ma in cui ha avuto il grande merito di reagire per tornare (come pure ha fatto con uguale grande impegno e maturità Giorgio Scalvini), ha tirato fuori il meglio, segnando, stampando il montante e confezionando assist che, se finalizzati, avrebbero determinato ben altro risultato. Detto ciò, la squadra nel complesso ha margini di miglioramento assai ampi in termini di prestazione collettiva, come pure alcuni singoli le cui qualità non sono in discussione ma che devono elevare il proprio rendimento. Tenuto conto che l’ultima settimana della campagna di trasferimenti determinerà il volto definitivo della rosa. Tra elementi mandati a giocare altrove per trovare maggiore spazio e continuità in campo, altri ceduti a titolo temporaneo o definitivo e qualche nuovo innesto per completare le caselle che saranno rimaste vuote.
Luca Percassi e Ivan Juric durante la presentazione allo stadio di Bergamo il 13 agosto scorso (credits: atalanta.it)